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Oratorio di San Rocco Siena
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Oratorio di San Rocco
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La Contrada della Lupa ha il proprio oratorio nella chiesa di S. Rocco fino dai tempi della sua costruzione. A essa partecipò con la Compagnia intitolata al Santo pellegrino, con cui ne condivise l’uso (1520). La facciata della chiesa – con paramento in laterizio a vista, stretto tra due lesene – ha forma “a edicola”, con frontone triangolare e oculo con cornice in travertino. In una nicchia sopra il portale è collocata una statuetta seicentesca di San Rocco.
L’interno, a due campate, è assai dovizioso di dipinti sia nelle volte, con le scene della Gloria e del Transito di Giobbe, condotte da Astolfo Petrazzi e Francesco Bertini (XVII sec.), sia nei lunettoni, con le Storie di Giobbe, dovute a Bernardino Mei e Domenico Manetti.
Vi sono anche dipinti su tela che ricoprono tutte le pareti con scene della Vita di Maria e di Gesù, di vari autori e tutti esemplificativi del Seicento senese, come Deifebo Burbarini, Astolfo Petrazzi, Simondio Salimbeni.
A Francesco Rustici si debbono le figure di Santi nell’abside. Le pale dei due altari sono rispettivamente di Ilario Casolani (San Carlo Borromeo in preghiera) e di Raffaello Vanni (Giobbe e il Demonio). Nel catino absidale è affrescata un’Assunzione della Vergine, forse del pittore cinquecentesco Giorgio di Giovanni, mentre le teorie degli Apostoli sono attribuite ad Astolfo Petrazzi. Di grande qualità risultano gli arredi dell’altare, sia le mute dei candelieri, sia lo scenografico ciborio a tempietto circondato da un’ampia raggiera, tutte opere dell’attivissima manifattura senese del legno del primo Ottocento.
Altre suppellettili di notevole interesse si trovano negli ambienti annessi che conservano anche una grande tela con la Vergine che appare a San Rocco di Ventura Salimbeni (1610). Altro ambiente monumentale è il cosiddetto “Cappellone di San Rocco”, uno dei capolavori di Rutilio Manetti, che lo affrescò dal 1605 al 1610, con Storie del Santo.
La seconda campata possiede altre Storie di San Rocco, dipinte da Crescenzio Gambarelli. In una nicchia alla parete di fondo, si trova una grande statua di terracotta policromata di ambito cozzarelliano (XVI sec.) raffigurante San Rocco.
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