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Luca della Robbia il giovane Luca Bartolomeo Della Robbia
POLIVALENTE (1475 - 1548)
Ceramiche Robbiane
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Luca Bartolomeo Della Robbia
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Nacque a Firenze il 25 agosto 1475, sesto figlio dello scultore Andrea di Marco e di Giovanna Paoli. Fu battezzato col nome dello zio paterno, il celebre scultore Luca, che nell'abitazione dei Della Robbia in via Guelfa aveva impiantato una stimata e redditizia bottega di terrecotte invetriate ove, anche il D., con il padre ed almeno quattro dei fratelli, sarà a lungo attivo. Probabilmente fin dall'inizio dell'ultimo decennio del 'Quattrocento ,collaborò con i fratelli Marco Giovanni e Giovanni Antonio alle più impegnative imprese paterne, come l'altare marmoreo di S. Maria delle Grazie ad Arezzo (1487-93 c.) e tante altre opere di quel periodo. La partecipazione di Luca a dette opere, per l'individuazione in esse di inflessioni più moderne e raffinate rispetto alle tecniche del padre, consone al gusto di Luca che emerge dai pochi lavori documentati e dalle scarse notizie biografiche su di esse. Secondo il Vasari, Luca "fu molto diligente negl'invetriati" e sembra davvero che in quest'arte sia stato il più abile dei figli di Andrea, divenendone già prima della fine del secolo il principale collaboratore, favorito anche dalla raggiunta autonomia operativa di Giovanni Antonio e dagli impegni religiosi di Marco Giovanni e Francesco Iacopo, dal 1495 frati in S. Marco. Già nell'aprile del 1494 (e in quello del 1502) Luca compare a fianco del padre nei pagamenti relativi al perduti fregi di cherubini di S. Frediano e nel 1500 in quelli per l'elaborato pavimento della cappella di S. Bartolo in S. Agostino a San Gimignano e forse era lui il "figlio" che nell'estate del 1505 aiutò Andrea nel montaggio della lunetta e della volta a lacunari della cattedrale di Pistoia. Queste notizie suggeriscono che la sua specialità fosse già quella degli invetriati decorativi: fregi, pavimenti, stemmi nei quali esprimeva un'elegante "diligenza". Ma al D. non dovevano mancare anche le doti figurative, e forse numerose sono le statue e le pale da lui realizzate per conto del padre, durante i primi decenni del Cinquecento. Infatti secondo il Vasari, Luca ed il fratello più giovane Girolamo Domenico "attesono alla scultura" insieme, stringendo amicizia con Andrea del Sarto che li ritrasse, con il vecchio padre, in due delle storie di s. Filippo Benizzi affrescate tra l'ottobre 1509 e l'autunno seguente nel chiostrino dei voti della Ss. Annunziata. Tra le pale della bottega di Andrea che in via ipotetica possiamo attribuire a Luca, seppure con l'intervento di qualche collaboratore: La Madonna col Bambino e santi di S. Mauro a Signa (1510 c.) e quella di S.Maria a Lizzano (1511), la Madonna della Misericordia (1513) di S. Domenico a Gubbio, ora nella Liebieghaus di Francoforte e la Madonna e santi (1522 c.) nella chiesa di San Lorenzo a S. Francesco, presso Asciano. Nel 1529, presumibilmente per sfuggire alla peste ch'era già entrata nella casa di via Guelfa decimando la famiglia di suo fratello Giovanni Antonio, il Luca lasciò Firenze e raggiunse a Parigi il fratello Girolamo Domenico, con il quale collaborò per molti anni sotto la protezione dei regnanti francesi. Morì presumibilmente nel Novembre del 1548 a Parigi.