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Torre civica della Mencia Asciano
PALAZZI MURA E MONUMENTI
RECAPITI E ORARI
Torre civica della Mencia
Corso Matteotti 53041 ASCIANO
Biglietto da visita (vCard)
La seconda metà del 1500 fu per Asciano molto proficua. Si ritornò alla pace e fu manifesta la volontà dei cittadini di riprendere le attività dimenticate per vari anni e così risanare l’economia, completare la struttura del Paese che nel 1400 aveva assunto un più completo agglomeramento della parte più elevata dove sorse la via principale dopo il Terzo di Sopra (ora Via Mameli).
Fu in quel tempo che i cittadini di Asciano, per riparare alle conseguenze disastrose delle subite invasioni, vollero ricostruire tutto ciò che i barbari avevano distrutto e così, con straordinario fervore e volontà di lavoro, gli Amministratori delle cose pubbliche e privati cittadini, fiancheggiati con perfetta comprensione dai più abbienti, i quali intesero il desiderio del popolo ed organizzarono l’abbellimento dell’agglomerato posto sul vecchio millenario paese. In conseguenza, le famiglie facoltose, procedettero alla riparazione dei propri manieri (così gli Spannocchi, il Palazzo del Prato)- il Comune la riparazione dei Torriozzi e parte delle Mura e la Bartolomea, l’Ospedale da lei costrruito e mantenuto- i Nannini la loro residenza. Il Paese, perciò, prese una veste nuova e anche la vita tornò in breve alla normalità tanto sognata.
Fu in quel tempo di pace, di fratellanza, che alcuni maggiorenti prospettarono l’idea di corredare il Paese di un orologio pubblico. L’idea, accolta dal popolo e dalle Autorità, si concretizzò e la comunità elargì cospicue somme (in quei tempi) per la costruzione di una Torre Merlata in quell’angolo del Paese Antico. In breve, fu confortante gara, generoso concorso di tutti e ogni cittadino rispose all’appello in maniera più che meritoria- costruirono la Torre della Mencia- nome che le venne dal Mascherone molto descrittivo, fine lavoro di scultura, che sovrastante alla conca dorica di Onice, non curante della molestia dei due rettili che gli volteggiano in amore sulla testa, getta copiosa acqua fresca-continua. Una lapide che si riporta dal latino, posta alla base della elegante Torre, ricorda l’epoca della costrruzione. Dice “per elargizione pubblica e privata, di famiglie civili, del Municipio, di Sacerdoti ed a cura di Tolomei- Scotti- Amidei- Mariotti, tutti cittadini ascianesi, sorse, in area gratuita, questa Torre D.H.I. MDLXXXVI”.
Certamente, fino alla costruzione, la Torre ha avuto il suo orologio, collegato alla Campana, che prima suonava solamente le ore ed il rintoccomentre adesso suona le ore, rintocco e mezz’ora.
Questa elegante costruzione è alta 25 metri, a metà sotto il primo ordine è posto il castello di orologeria. Dopo un duplice ordine di merli, si erge il castello in ferro battuto che sostiene l’artistica Campana la quale culmina con la banderuola crociata a segnalazione delle variazioni atmosferiche. La costruzione è una delle più eleganti tanto che Pienza e Buonconvento ne imitarono la struttura. Essa sorge svelta, proporzionata, svettante sui tetti circostanti con il compito di avvertire la comunità, con la sua squillante campana, che il tempo passa e con esso le miserie del mondo.
La campana, in un primo tempo, sembra non abbia soddisfatto il desiderio del popolo tanto che nell’anno 1846, sempre per elargizione dei cittadini, ne fu costruita un’altra, quella di adesso, il cui suono vibrante, armonioso viene udito per tutta l’estensione del caseggiato ed oltre, a grandi distanze.
Nella campana attuale si può leggere la seguente scritta: “A spese del Comitato del popolo, fu fatta da Terzeo Rofanelli, pistoiese, a cura di C.P.E. Mancini, Deputato. A.D. MDCCCXVI”.
Vi si ammirano figure fuse; Sant’Agata, la Madonna, San Giovanni e ornati pregievoli in contorno del domo e della bocca della campana e questi lavori rendono prezioso il corredo della Torre. Nelle ricorrenze patriottiche, nella ricorrenza della Festa Patronale, a fine d’anno e per la solennità del SS. Crocifisso e in tutte le occasioni di giubilo la Campana, suonando a magistrato, dava senso di gioia, di festa.
La Mencia ascolta e getta limpida acqua fresca e forse si crede dimenticata.
Prima della costruzione della Torre, la Mencia era situata sopra la nicchia della vecchia fontina, ove di frequente venivano benedetti i soldati prima di andare in battaglia, con la frase “Dio ti protegga e che tu possa tornare vittorioso”.
A cura di: Enzo Pianigiani
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